RIFLESSIONI SULLA LEGGE PENALE N. 119/2013 CONTRO IL FEMMINICIDIO
- Todaro Fusari
- 11 mar 2019
- Tempo di lettura: 2 min

L' otto marzo di ogni anno è la giornata internazionale per ricordare le conquiste sociali, politiche ed economiche delle donne. Questa importantissima data è altresì associata alla giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne che ogni anno ricade il 25 novembre.
Nonostante queste ricorrenze, ancora oggi, purtroppo, in tutto il mondo le donne sono vittime di episodi di discriminazione e di violenza. Basti pensare che solo in Italia ogni due giorni una donna è assassinata per motivi basati sul genere. Stante questa piaga sociale è doveroso capire come il nostro ordinamento giuridico abbia preso provvedimenti per scongiurare tale fenomeno sempre più dilagante.
In seguito all'attuazione della Convenzione di Istanbul in Italia è stata approvata la legge penale n.119/2013 sul femminicidio, dove sono previste delle nuove misure volte a garantire una maggior tutela e giustizia nei confronti delle vittime di reati di genere. Sono state rese più severe le pene e le misure cautelari. E' ritenuta aggravante di reato la fattispecie in cui l'uomo abbia o abbia avuto una relazione sentimentale con la donna.
Sono aggravati, altresì, i reati, come il maltrattamento e la violenza fisica, se sono commessi nei confronti di donne incinte o in presenza di bambini. E' introdotto l’arresto obbligatorio in caso di flagranza di reato per i maltrattamenti in famiglia e lo stalking. Se autorizzata dal pubblico ministero in occasione della flagranza di gravi reati come lesioni gravi, minaccia aggravata e violenze, la polizia giudiziaria può disporre la misura precautelare dell’allontanamento d’urgenza dalla casa familiare ed il divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa.
Coloro a cui sono disposti tali provvedimenti saranno allontanati dall’abitazione familiare e controllati con braccialetti elettronici. Nell'ipotesi di atti persecutori potranno essere disposte intercettazioni telefoniche. Le donne vittime di tali reati, inoltre, potranno usufruire del gratuito patrocinio nel caso di stalking, maltrattamenti domestici e mutilazioni genitali femminili, anche se le condizioni di reddito non lo permetterebbero.
Infine, preme segnalare l’impossibilità di revocare la querela se relativa a gravi minacce ricevute in caso di stalking.
Indubbiamente il merito della L.119/2013 è quello di aver disposto misure volte a prevenire i reati di genere, inasprire le pene e garantire assistenza alle vittime. Tuttavia, dati alla mano, in questi anni non si è assistito ad una drastica riduzione degli episodi di violenza di genere. Molto spesso le vittime di reati di maltrattamento in famiglia, stalking e lesioni, decidono di non denunciare nonostante le disposizioni normative volte a proteggere tali soggetti.
La scarsa informazione su quelli che sono i diritti e le tutele delle persone offese dai reati di genere, unitamente allo stato di vessazione in cui le vittime sono costrette a vivere, nonchè la paura di eventuali ripercussioni in caso di denuncia, fanno si che, ancora oggi, vi siano innumerevoli episodi di violenza sia psicologica che fisica.
Alla luce di ciò, è indubbio che per eliminare questa terribile piaga sociale, in tutti gli aspetti sopra descritti, oltre alle disposizioni normative di cui alla l. 119/2013, è necessario che la società riveda ed incentivi un’educazione basata sulla cultura del rispetto e sul senso civico.
La comprensione, unitamente alla repressione, è la miglior forma di prevenzione.
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