Il trattamento pensionistico a favore del coniuge separato o divorziato e dei figli superstiti

Sappiamo bene che, in seguito alla morte del coniuge, il marito o la moglie superstite ha diritto alla pensione di reversibilità. Ma nel caso in cui il coniuge superstite si sia separato oppure divorziato dal coniuge defunto avrà sempre diritto alla pensione di reversibilità? Ebbene, in caso di separazione legale il coniuge avrà sempre diritto alla pensione di reversibilità, mentre un discorso diverso va fatto in caso di divorzio. In quest'ipotesi, infatti, il coniuge superstite avrà diritto alla pensione di reversibilità se lo stesso percepiva l'assegno divorzile e non abbia contratto nuove nozze. Nel caso in cui abbia contratto un nuovo matrimonio, il coniuge superstite avrà diritto ad un unico assegno pari a due annualità della pensione, comprensiva di tredicesima.

Se invece è il coniuge defunto ad aver contratto un nuovo matrimonio dopo il divorzio ed il coniuge superstite è rimasto single? In questo caso sarà il Tribunale, con sentenza, a stabilire le quote spettanti al nuovo coniuge superstite ed al coniuge divorziato.

In tema di pensioni, inoltre, a partire dal 5 giugno 2016, avrà diritto alla reversibilità anche il componente superstite dell'unione civile (legge Cirinnà).

Hanno diritto alla pensione di reversibilità anche i figli nati in costanza di matrimonio, ma anche i figlio nati al di fuori c.d. figli naturali, a queste condizioni 1) non abbiano più di 18 anni 2) a prescindere dall'età, siano riconosciuti inabili al lavoro e siano a carico del genitore al momento della morte 3) se il figlio studia e non percepisce uno stipendio fino a 21 anni, oppure 26 anni in caso in cui frequenti l'Università.